L’intenzione era di prendermela con calma, domenica, nessuna corsa stand per stand ma giri tranquilli in un mix tra le mie due passioni…street e design in quel di Via Tortona che ho sempre visto come il cuore del Fuorisalone e patria dei designer squattrinati…quelli che portano il loro banchetto da casa e tre prototipi finiti la notte prima.
E invece no.
Treni in sciopero dalle 21 di Sabato per 24 ore…sono anche fortunato perchè mi chiama da Milano la mia amica “Treni in sciopero dalle 21 si Sabato per 24 ore” mi dice…e anche pullman in sciopero…e biciclette pure e la mia macchina non aveva voglia di essere guidata ne io di guidarla quindi nulla, tutto di Sabato, tutto di corsa, tutto all’insegna del buttare un occhio su giusto metà della roba e su metà di quel miscuglio di popolazioni che per una settimana diventa cittadina di Design City.
Da fotografo street il Fuorisalone è un evento affascinante…perché c’è tantissima gente e storie…c’è la coppia attempata e curiosa, c’è il giovane hipster, c’è il giapponese, il finlandese e l’americano, la donna di classe, lo skater e l’artista, il designer giacca e t-shirt, il membro della security alto tre metri…tutti assieme indistintamente in quello che a tratti sembra una vetrina per il talento ma molto più spesso pare un lungo ed estenuante spot pubblicitario…un mercatino rionale dove belle ragazze regalano Red Bull e ti fan compilare fogli con ‘Autorizzazione ad utilizzare i propri dati per fini commerciali’ con le ‘V’ già messe nelle caselline, gli occhiali di design e nebulizzatori son venduti all’interno di corti e locali riadattati con il 50% di sconto “che se no in negozio costano 160 euro”, dove le idee, mi spiace dirlo, tranne alcuni casi…puzzano di vecchio.
Sembra tutto uguale, artificioso, senz’anima…spesso hai l’idea che il designer sia uno solo, come quando vedi un Audi e sai benissimo che si tratta di un Audi…che il muso è sempre uguale se ci pensi bene. Ovvio…tutto condizionato da una visita forse fin troppo rapida e di corsa, condito ad inizio pomeriggio da un salto in Triennale. Delusione…anche li.
Ammetto però, che la carrellata di designer giapponesi ha un po’ risollevato la parte finale dell’esplorazione. Lo stand sapeva di fresco, giovani designer, cultura tradizionale affinata con il gusto moderno e minimalista del design attuale…
…ma non ho nemmeno fatto in tempo a guardarmelo tutto con calma, son dovuto fuggire prima delle luci dei locali e degli aperitivi lungo le strade che forse a dirla tutta, rimane la parte migliore di Via Tortona…quando le rotaie del treno spariscono nell’oscurità, sotto il ponticello con scalinata gremita di persone che vanno e vengono. Ma le 20 sono arrivate davvero in fretta e allo scoccare del magico orario me medesimo Cenerentola barbuta son dovuto scappare per saltare sull’ultima carrozza disponibile prima delle 21.
Insomma..tre ore in fretta e furia…avevo in programma di tornarci il giorno dopo ma gli astri poi hanno scelto diversamente…sarà per la prossima.